L'OSSIGENAZIONE CONTROLLATA
E MODULATA CON APPARATO IDONEO AD EROGARE E FRAZIONARE SOTTOVUOTO
L'OSSIGENO AL VINO
L'ossigenazione è una tecnica di apporto di
ossigeno che permette di riprodurre le ossigenazioni che avvengono
tradizionalmente nelle fasi della fermentazione e nelle fasi
dei travasi.
L'interesse di questa tecnica è di poter controllare e modulare
questi apporti di ossigeno. La quantità di ossigeno introdotto
sul mosto-vino e nel vino deve essere calcolata al 20% del
volume di aria introdotto.
Gli apporti possono essere stabiliti in funzione delle esigenze
dei diversi vini ed in funzione della fase operativa in cui
si opera.
Gli obbiettivi della tecnica sono:
-
DURANTE LA FERMENTAZIONE ALCOLICA
- apportare l'ossigeno necessario ad un buon decorso della
fermentazione alcolica
- evitare rischi di fermentazioni alcoliche troppo lente
o incomplete
-
A FINE FERMENTAZIONE ALCOLICA e nelle fasi
successive - Aumentare la polimerizzazione e stabilizzazione
della componente polifenolica - sostituire i travasi all'aria
- migliorare la pulizia del vino asportandone per trascinamento
sostanze odorose sgradevoli
CONSUMO DELL'OSSIGENO
DA PARTE DEL VINO
Il vino è in grado di consumare la maggior
parte dell'ossigeno che vi si discioglie; tant'è vero che
il vino non ne contiene traccia (Pasteur 1866).
Singleton (1987) ha dimostrato che il vino ha la capacità
di assorbire 60ml/l, per un vino bianco leggero e fino a 600
ml/l per un vino rosso concentrato, vale a dire quantità da
10 a 100 volte la saturazione.
Dalle nostre sperimentazioni risulta che in 12 giorni un vino
rosso può consumare l'ossigeno disciolto nel corso di 40 saturazioni
consecutive.
Si è inoltre verificato un consumo più rapido di O2 nei casi
in cui il vino aveva pH elevati. I substrati che principalmente
prendono parte alle reazioni di ossidazione sono:
APPORTO
DI OSSIGENO IN VINIFICAZIONE
Le forme di somministrazione di ossigeno (O2)
nelle varie fasi della vinificazione possono essere diverse
e mirate a seconda del periodo nel quale si vuole intervenire,
pertanto si possono distinguere un apporto per MACRO OSSIGENAZIONE
in fermentazione, e un apporto per MACRO OSSIGENAZIONE in
affinamento
MACRO
OSSIGENAZIONE IN FERMENTAZIONE CON APPARECCHI OS-MIX-V E OS-MIX-BQ
La MACRO OSSIGENAZIONE è una pratica essenziale
in fase di macerazione. Apporti consistenti e controllati
di O2 permettono un aumento pressoché doppio del vigore
fermentativo.
Intervenendo sulla biomassa cellulare, l'O2 favorisce
la moltiplicazione di questa ed il perfetto svolgimento
della fermentazione. |

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Questo primo aspetto biochimico dell'intervento
dell'O2 è accompagnato da un secondo aspetto di carattere
chimico, infatti, l'O2 partecipa e contribuisce alle reazioni
chimiche dei polifenoli.
La condensazione tannini-antociani, nella fase di estrazione
del patrimonio polifenolico dell'uva, permette un aumento
della stabilità del colore che si traduce in valori significativi
di aumento dell'intensità colorante.
L'OS-MIX-V, usato in fase di macerazione, opera l'immissione
di O2 atmosferico in quantità controllata, dosandolo con precisione,
a seconda del fabbisogno dei singoli vini.
L'apparecchio OS-MIX-V opera una miscelazione soffice tra
l'O2 atmosferico e il mosto-vino tenendo conto delle leggi
fisiche che regolano il rapporto liquido gas e la superficie
di contatto.
La MACRO OSSIGENAZIONE è una pratica utile
anche in fase di travaso e di possibile presenza di odori
sgradevoli dovuti alla formazione di composti riducenti. Nel
caso di fermentazione alcolica ultimata in barrique dove di
seguito viene effettuata la fermentazione malolattica, la
presenza di feccia può diventare un fattore positivo se si
opera un apporto controllato di O2 con l'OS-MIX-BQ.
OPERAZIONE
DI RIMONTAGGIO SULLA FECCIA CON MACRODOSATORE OS-MIX

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Per il dosaggio di O2 atmosferico si utilizza
un dissolutore opportunamente modificato, posto in aspirazione
rispetto alla pompa.
L'aspetto molto importante, in questi casi, è quello del
frazionamento e dell' omogeneizzazione dell'O2 con il
vino in modo equilibrato, senza però esagerare nel frazionamento
dell'O2 stesso.
L'O2 atmosferico somministrato è controllato per mezzo
di un quadro di controllo alimentato a 220V, il quale
controlla e dosa la portata.
Nel caso si voglia introdurre nel vino O2 puro, il sistema
può naturalmente essere corredato di bombola. La quantità
dell'O2 introdotto si può simultaneamente verificare. |
CARATTERISTICHE DEL VINO
Il vino che può essere trattato con l'OS-MIX-V
si può trovare sia in vasche di acciaio, che in vasche di
vetroresina, di cemento e in vasi di legno.
La condizione per poter applicare il trattamento è che il
vino presenti un forte potere riducente, e possibilmente abbia
ancora fecce in misura compatibile alla metabolizzazione dell'O2
atmosferico somministrato.
APPLICAZIONE PRATICA
SU VINO DOLCETTO ANNATA 1998
Sono state fatte prove con diversi dosaggi
di O2 atmosferico su tre vasche da 75 hl cadauna nelle quali
la caratteristica comune era quella di presentare all'olfatto
e al gusto un forte sentore di ridotto e una notevole quantità
di feccia presente.
CONDIZIONI OPERATIVE
Normalmente l'apporto di O2 che si ha in un
travaso di vini rossi è di 3,5 ml/l.
Con il trattamento descritto si è voluto simulare un travaso
al riparo dall'aria senza che il vino venisse sbattuto.
Il vino, infatti, è stato prelevato dal fondo della vasca
e reintrodotto nuovamente sul fondo con una gomma fatta appoggiare
su questo, dove si trovavano le fecce, dopo essere passato
attraverso l'OS-MIX.
L'OS-MIX con annesso il quadro di controllo della portata,
è stato posizionato in aspirazione rispetto alla pompa.
La portata di O2 atmosferico è stata fissata in 3 litri/minuto
(l/m), ed in seguito ridotta a 1,5 l/m. La notevole quantità
di fecce presenti ha permesso la somministrazione di una dose
considerevole di O2.
Abbiamo inoltre considerato il fatto che l'altezza della vasca
non superava i 2,5 metri di altezza, e la portella di entrata
della gomma dall'alto è rimasta aperta, condizione che ha
permesso un passaggio veloce attraverso il vino dell'O2 somministrato.
RISULTATI
Per la vasca A il dosaggio è stato massimo
per due ore (16 l/min).
Per la vasca B si è applicato, per la prima ora, un dosaggio
di 3l/m (massimo) di O2, e nella seconda ora di 1,5 l/m.
Nella vasca C il dosaggio si è limitato a 1,5l/m per le due
ore di somministrazione.
Durante la prova sono stati presi campioni ad intervalli di
15 minuti, 30 min., 60 min., 90 min., e di 120 min..
Le analisi eseguite sui campioni sono state di carattere generale
e di carattere specifico rispetto ai polifenoli:
- alcool distillazione |
- Indice di antociani tot. |
- SO2 totale |
- Indice di flavonoidi tot. |
- SO2 libera |
- Indice di flavonoidi non antocianici |
- pH |
- Indice di tannini tot. |
- Acidità volatile |
- Intensità colorante (somma D.O.420,520,620) |
- Acidità totale |
- Analisi organolettica |
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- Indice di polifenoli tot. |
VINO DOLCETTO |
I.C. PRIMA
|
I.C. DOPO 2 ORE
|
I.C. DOPO 2 SETTIMANE
|
VASCA A |
0,76
|
0,93
|
1,07
|
VASCA B |
0,72
|
0,91
|
1,04
|
VASCA C |
0,69
|
0,90
|
1,01
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CONCLUSIONI
L'analisi organolettica e l'aumento dell'intensità
colorante hanno dimostrato che il dosaggio attraverso l'OS-MIX
permette la scomparsa degli odori sgradevoli, un aumento della
torbidità (dovuto alla messa in sospensione della feccia).
Il conseguente aumento dell'intensità colorante è stato verificato
analiticamente a poca distanza dal trattamento; il dato si
è poi confermato dopo due settimane rendendo significativo
il dato di I.C. riscontrato dopo due ore.
Un altro dato analitico che ha indicato un cambiamento significativo
riguarda la concentrazione di SO2 che ha subito una diminuzione
del 15%.
L'utilizzo dell'OS-MIX-V si è dimostrato efficace
nella risoluzione dei problemi organolettici.
La possibilità di dosare l'insufflamento di O2 atmosferico
direttamente sulla feccia e la praticità di funzionamento,
permettono di dare un giudizio positivo sull'utilizzo dell'O2
atmosferico nei casi di necessario travaso (ridotto e odori
sgradevoli) e presenza di fecce (batonage in vasca, contatto
con feccia fine). Con questa pratica, infatti, possiamo recuperare
il patrimonio colloidale del vino, diminuire il carattere
riducente di questo, renderlo più morbido, e, volendo, in
alcuni casi, anche più pronto, migliorando ed aiutando con
questa pratica la stabilità del colore.
Dobbiamo in conclusione ricordare che
non tutti i vini possono subire il trattamento. Non avendo
le caratteristiche chimico-fisiche necessarie, il vino può
incorrere in problemi organolettici quali l'aumento della
secchezza dovuta alla polimerizzazione forzata dei tannini.
Risulta interessante, infine, l'applicazione dell'OS-MIX-V,
opportunamente modificato (OS-MIX-BQ), nel caso del vino affinato
in barrique in presenza di fecce.
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