OSSIGENAZIONE CONTROLLATA E MICRODOSATA IN AFFINAMENTO CON
L'APPARATO IDONEO
OS-MI

CONSUMO
DELL'OSSIGENO DA PARTE DEL VINO
Il vino è in grado di consumare la maggior
parte dell'ossigeno che vi si discioglie; tant'è vero che
il vino non ne contiene traccia (Pasteur 1866).
Singleton (1987) ha scritto che il vino ha la capacita' di
assorbire 60ml/l, per un vino bianco leggero, fino a 600 ml/l
per un vino rosso concentrato, cioè quantita' da 10 a100 volte
la saturazione.
Dalle nostre sperimentazioni risulta che in 12 giorni un vino
rosso può consumare l'ossigeno disciolto nel corso di 40 saturazioni
consecutive.
Si è inoltre verificato un consumo più rapido di O2 nei casi
in cui il vino aveva pH elevati.
I substrati che principalmente prendono parte alle reazioni
di ossidazione sono:
- cationi di metalli di transizione |
- polifenoli |
- alcuni riduttoni |
- etanolo |
- anidride solforosa |
RUOLO DELL'OSSIGENO NEL
VINO
NEI CONFRONTI DEI POLIFENOLI
La somministrazione dell'O2 nel vino
avviene in due fasi successive, la prima corrisponde al periodo
che intercorre dalla fine della fermentazione alcolica sino
alla fermentazione malolattica esclusa; la seconda si riferisce
al periodo successivo la fermentazione malolattica.
PRIMA FASE (1): detta fase di strutturazione:
condensazione tannini secchi con antociani liberi ancora presenti.
SECONDA FASE (2) : detta fase di armonizzazione:
continuo ammorbidimento dei tannini e recupero della componente
colloidale attraverso la rimogeinizzazione della feccia.
-
La condensazione tannini secchi - antociani
liberi attraverso ponti etanale (acetaldeide), comporta
un ammorbidimento globale del vino, andando a condensare
i tannini non ancora del tutto polimerizzati con quella
parte di antociani liberi presenti. La conseguenza più
evidente di questa condensazione forzata attraverso l'O2
risulta il fissaggio del colore, in secondo luogo l'annullamento
del gusto amaro ed astringente che il tannino,derivante
soprattutto dai vinaccioli, provoca quando questi sono
in grande quantità.
-
In questa seconda fase si opera dosando
l'O2 in quantità controllata sulla base di quella che
è stata l'evoluzione del vino nella fase precedente. L'aspetto
negativo più presente, nel periodo precedente l'imbottigliamento,
è il gusto di ridotto, dovuto alla mancanza di apporti
di O2 corretti nella prima fase ( potere riducente elevato).
Un secondo aspetto altrettanto frequente è legato agli
odori sgradevoli dovuti ai trattamenti in vigna (composti
sulfurei), all'evoluzione di componenti aromatiche particolari
e dal vitigno stesso. Quest'ultima caratteristica negativa
risulta di difficile risoluzione, se non con travasi all'aria
con la conseguente eliminazione della feccia, operazione
spesso dannosa in quanto gli apporti violenti di aria
rendono definitivamente secchi i tannini, e talvolta vanno
ad impoverire il vino della sua componente colloidale.
I parametri che vanno tenuti presenti per il
dosaggio dell'O2 (ml/l per mese) sono molti e dipendono dalle
caratteristiche del vitigno e dai trattamenti subiti, dal
tipo di macerazione, dal patrimonio polifenolico e da altri
parametri specifici.
APPLICAZIONE PRATICA IN VASCA PERIODO: 2°
FASE DI ARMONIZZAZIONE VINO NEBBIOLO '98
La fase di armonizzazione di un vino, segue
una prima fase di strutturazione.
Per fase di armonizzazione si intende il periodo successivo
alla fermentazione malolattica.
I problemi maggiormente riscontrati in questa fase riguardano
la poca stabilita' del colore e soprattutto problemi organolettici
di carattere olfattivo: ridotto, vegetale ed altri.
La micro-ossigenazione applicata in vasca contribuisce alla
stabilizzazione del colore favorendo la condensazione tannini-antociani
liberi ancora presenti nel vino e contribuisce alla risoluzione
di problemi riguardanti gli odori sgradevoli.
La prova eseguita si riferisce ad un vino nebbiolo
dell'annata '98 con notevoli problemi di riduzione.
Il trattamento in vasca è durato 18 giorni
nei quali è stato somministrato O2 molecolare con micro-ossigenatore
O2-MI messo a punto dalla ditta ENOMECCANICA BOSIO.
Il controllo analitico è stato eseguito in
modo particolare sul colore e sui componenti che maggiormente
competono alla stabilità di questo, oltre che, naturalmente,
monitorare i parametri analitici classici.
I risultati delle analisi eseguite su vino
nebbiolo indicano:
-
un aumento della lettura a 520nm da 3,23
a 3,55
-
una diminuzione degli antociani liberi
da 115 a 20
-
una stabilità del colore con un aumento
del DTAT da 10% a 65%
Naturalmente il vino micro-ossigenato è stato
sottoposto ad analisi organolettica con duo-trio test per
vederne le differenze con vino non trattato e riscontrarne
le eventuali preferenze.
Sono stati assaggiati tre vini di uve nebbiolo
micro-ossigenati trattati con diverse dosi di O2 e sottoposti
a diverse condizioni operative da un pool formato da sei enologi
di esperienza che hanno dapprima riconosciuto per il 100%
gli abbinamenti del vino non trattato e per il 95% gli abbinamenti
del vino trattato.
Il risultato piu' eclatante è stato quello riguardante il
test di preferenza dove il 90% degli assaggiatori ha posto
nei primi tre posti il vino micro-ossigenato rispetto al vino
non trattato con O2 tenendo presente in modo particolare i
parametri colore e olfatto. Il giudizio complessivo ha visto
confermato il dato del 90% di preferenza per i tre vini micro-ossigenati.
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